Sono il presidente Sergio Tinti. Permettetemi di rivolgermi a voi in prima persona per annunciare, a chi non era presente all’evento, che lunedì 19 novembre nella sala del Gonfalone del Consiglio Regionale della Toscana e’ stato presentato il libro: La Polizia di Firenze nell’alluvione del ’66. Autori chi vi parla e mio figlio Daniele. Avere di fronte un uditorio gremito e attento, credetemi, e’ stata una grande emozione. C’erano Autorità istituzionali, Associati, Amici, Ospiti. E’ stato il piacevole epilogo di un impegno durato circa tre anni che ha visto la consultazione di migliaia di documenti d’archivio, di fascicoli e di fonti, il reperimento di materiale fotografico, l’acquisizione di decine e decine di testimonianze dei poliziotti soccorritori di allora, che oggi vivono sparsi in tutta Italia, nelle proprie sedi di residenza. Con Daniele, ci eravamo ripromessi di portarlo a termine in questo 2018, anno in cui ricorre il 50nnale della fondazione dell’ANPS, e così e’ stato. Un sentito grazie va naturalmente al presidente del Consiglio della Regione Toscana che ha inteso editare il volume per la collana Edizioni dell’Assemblea; è possibile scaricarlo dal web andando su questo link. Quale l’obiettivo della pubblicazione? Quello di rendere un doveroso plauso a uomini e donne della Polizia del tempo – composta da personale militare e da personale civile – che in quei giorni tragici si impegnarono con encomiabile senso del dovere a vantaggio della comunità fiorentina. Angeli con le stellette o angeli in divisa, come sono stati definiti da qualche giornalista, il cui operato al tempo non fu spesso adeguatamente riconosciuto dallo Stato. Su Firenze e provincia vennero impegnati nel periodo di stretta emergenza quasi 3000 poliziotti della questura, del raggruppamento, della polizia femminile, della stradale, della ferroviaria, dei reparti mobilie celeri , molti furono aggregati da tante sedi; i fiorentini li videro alacremente all’opera, gomito a gomito con soldati, vigili del fuoco, carabinieri, finanzieri, vigili urbani. L’epigrafe al libro recita “Non c’è futuro senza memoria”: i tanti avvenimenti, i tanti episodi di solidarietà citati nelle 150 pagine meritano di essere conosciuti, soprattutto dai più giovani. A loro spetta raccogliere il testimone dei meritori comportamenti attuati dai loro nonni oltre mezzo secolo fa. L’impegno che come Associati ANPS ci siamo ben volentieri voluti assumere è quello di portare il nostro contributo di conoscenza nelle scuole cittadine, perchè l’Arno e i suoi problemi meritano ancora oggi una grande attenzione.